Rivista Sci – Dicembre 2018 – edizione digitale
In questo numero,
Tecnica: Impara dai Pro.
Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile
3,00€
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Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile
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Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile
Il “brutto” della diretta
Quando appesi gli sci da gara al chiodo, nel 1986 (spero il più tardi possibile gli altri…), mi sarebbe piaciuto continuare a vivere nel mondo dello sci. Mi vennero in mente le parole di Aldo Giordani, famoso telecronista nell’epopea del basket italiano degli anni ’70 e papà di Claudia, la grande sciatrice milanese che conquistò la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Innsbruck, nel 1976: “ Un giorno, ti ritroverai il microfono dello sci in mano!”. Debuttai subito con Bruno Gattai, a Telemontecarlo, anche se, dopo quella stagione, lasciai la diretta per entrare nello staff di Pianeta Neve, una trasmissione innovativa che, ai tempi di Tomba, era considerata il fiore all’occhiello dell’emittente monegasca, ad onor del vero allora di proprietà di una ricchissima famiglia brasiliana. Fu una meravigliosa gavetta professionale che, dopo 6 anni, indusse il mitico Furio Focolari, cui sono eternamente riconoscente, a convocarmi in Rai nel momento di massimo fulgore dello sci italiano. Tomba e Compagnoni stravincevano e… la Rai sbancava gli ascolti! Imparai tantissimo da Furio, vate della celebrazione del successo italico che, con il suo marcato timbro romano, sull’onda dell’entusiasmo per le gesta di un campionissimo nato a Bologna, sdoganò lo sci, dalle Alpi al mare. Quindi, affiancai a lungo Carlo Gobbo, caro amico e compagno di tante avventure nell’etere sin dopo le Olimpiadi di Torino 2006, per poi lavorare con Davide Labate, messinese con lo sci nel sangue. Questo preambolo, per dirvi che da 23 anni commento tutte le gare, senza saltarne mezza, ogni volta salendo sugli sci di questi grandi campioni che, immancabilmente, mi regalano emozioni fantastiche. Ma non è sempre tutto oro quel che luccica. Ci sono anche momenti difficili da condividere con il pubblico in ascolto e le cuffie, un’ovatta ormai amica che ti isola e protegge mentre parli, diventano strumento claustrofobico: a volte vorrei fuggire da quella prigione! L’entusiasmo, l’eccitazione, finanche l’esaltazione innescate da virtuosismi inimmaginabili, improvvisamente possono spegnersi nel rovescio della medaglia dello sci, sport improntato alla velocità, paradigma che trascende la sicurezza blindata, per quanti sforzi siano stati fatti e si continuino a fare in tal senso. Se la telecronaca mi rinnova, moto perpetuo, l’illusione di calcare le piste di tutto il mondo, come se sugli sci di Paris o Kristoffersen ci fossi io, in una sorta di gioco virtuale che, senza soluzione di continuità, mi accompagna da quando smisi di essere protagonista diretto, ho sperimentato anche molta paura, indicibile tensione e fortissimo disagio. Cosa potevo dire quando lo svizzero Albrecht atterrò di schiena dopo un volo di 70 metri sull’ultimo salto della Streif di Kitzbhuel, nel 2009? Era in coma, immobile sul ghiaccio luccicante ed io, paralizzato dal terrore, dal dolore…. Ho citato Daniel, poi ripresosi miracolosamente, come esempio di tanti incidenti gravi vissuti in telecronaca, una tragica lista indelebilmente stampata nelle mia memoria che non intendo elencare. Vi basti sapere che, in quei frangenti, mi sono sempre pentito di aver scelto il mestiere che faccio. Vi ho raccontato per sommi capi la mia storia, stimolato dagli ultimi episodi successi in Coppa del mondo, di cui parlo in altro articolo agganciandomi ad imprese e cadute storiche. Tranquilli, la chiave di lettura sarà leggera e, spero, divertente, considerato il senno del poi, ovvero che Innerhofer, sciando a 145 km orari con un palo sulla schiena che avrebbe potuto infilzarlo come un passero o Hirscher, sfiorato da un drone che lo avrebbe asfaltato, sono entrambi… vivi e vegeti!
Editoriale di Paolo De Chiesa
IL MESE DI DICEMBRE È STATO AVARO di neve, peggio di Arpagone. Solo la zona di Sestriere è stata risparmiata dalla catastro-fe siccitosa, beneficiando di due metri di coltre bianca, di questi tempi quantità da era glaciale. Girovagando per le alpi, non solo al seguito delle tappe italiane di Coppa del mondo, rassegna che ancora una volta ha fatto fare un figurone al Bel Paese con una sfilza di gare al top, ho avuto modo di apprez-zare sempre di più la santa neve artificiale, pardon, programmata, come pretendono la si chiami gli operatori del settore. Le piste erano uno spettacolo, quasi tutte aperte e perfettamente innevate per l’intera larghezza da un manto di 40 centimetri, puntualmente fresato e rinfrescato da qualche cannonata di rinforzo notturna.
La neve più bella dell’anno
Mi ha fatto veramente piacere che ci abbiate riscoperto in tanti e vi ringrazio. Numero dopo numero, siamo giunti all’ultimo di una stagione che ci ha fatto sospirare la neve, fino quasi a primavera, per fortuna assai generosa di precipitazioni, sorta di senso di colpa meteorologico per lo stillicidio di aspettative e illusioni patite troppo a lungo da noi appassionati. E allora, ascoltate il mio consiglio e approfittate di questa voglia repressa di sci: scatenatevi e toccate con mano, anzi direttamente con i vostri sci, quanto sia bello sciare in questa stagione, una gioia che molti sciatori, all’arrivo dei primi tepori, puntualmente si negano, smaniando per le prime, premature scampagnate al mare. La tintarella può attendere, adesso è tempo di godersi la neve più bella dell’anno!
Cosa troverete nelle prossime pagine? La Coppa del mondo, archiviata da meravigliose giornate di sole a St. Moritz, nonché una mia chiosa ad personam sui vari protagonisti del circo bianco, oltre al consueto appuntamento con l’intervista di Lucia Galli, questa volta rilasciatale da Federica Brignone, reduce da un inverno che le ha regalato trionfi e gioia di volare sulla neve. Lucia vi propone anche due chiacchiere di commiato con due azzurri che hanno deciso di lasciare le piste di coppa: Dada Merighetti e Max Blardone, entrambi saliti sul podio nella loro ultima stagione con un exploit da sogno! Vorrei ringraziare super Max per quanto ha saputo dare allo sci italiano nella sua lunga e onorata carriera e abbracciare forte Dada, costantemente bersagliata dagli infortuni: rompersi i legamenti di un ginocchio nella discesa di St. Moritz, il giorno del saluto finale, è stato l’ennesimo, inaccettabile sgarbo del destino! Dalla coppa alle discese in tutta libertà, cavalcando dorsi immacolati, come ci raccontano Giulia Monego, campionessa di free ride e Giuliano Bordoni, guida alpina: due facce della stessa medaglia, due modi diversi di interpretare e vivere il fuoripista. Come sempre, parleremo di turismo, colonna portante del nostro magazine, questa volta improntato ai mesi che verranno, offrendo spunti per una vacanza in montagna a chi desideri la neve anche d’estate, come ci suggeriscono lo straordinario scenario dell’Adamello o l’Australia.
SCI chiude i battenti qui, con la promessa di riaprirli il prossimo autunno mossi da inesauribile passione, la stessa che anima voi che avete voglia di sfogliarlo. Accanto ai test dei nuovi materiali, vi proporremo una serie di lezioni e consigli pratici per migliorare la vostra sciata, magari con un mio riferimento applicativo direttamente dalle ultime chicche di Coppa del mondo, bacino tecnico imprescindibile. Vorrei anche dedicare una rubrica al pilates specifico per lo sci, metodo di allenamento che trae ispirazione da antiche discipline orientali come lo yoga e il Do-In. Continuate a scrivermi sul nostro sito e sulla mia pagina Facebook, esprimendo i vostri pareri e le vostre critiche alla rivista. Come ho fatto quest’anno, ne farò tesoro…
E di questi miei primi passi da direttore di SCI? Sono soddisfatto, soprattutto per essere riuscito a trascrivere su queste pagine le emozioni che continuo a sentire e a provare per la montagna, vissuta a 360° insieme a voi. Non è presunzione, ma genuino orgoglio di uno staff già al campo base di un’ascensione meravigliosa, da condividere con voi che ci leggerete!
Cover story: Dominik Paris, il più forte di sempre?
SCI Top 20: le persone più influenti nel mondo dello sci del 2018
Freeride: La Thuile
Storia dello sci: Le barricate di Sapporo
Intervista: Petra Vhlova
Turismo: Bulgaria, Val di Fassa
Tecnica: Impara dai Pro
In questo numero, vi parleremo di olimpiadi, iniziando con gli approfondimenti di Lucia Galli, dedicati alle gesta delle atlete azzurre, ancora di salvezza della nostra spedizione in Corea, così come vi proporrò alcuni temi specifici che, per un motivo o per l’altro, hanno calamitato la mia attenzione. Massimo Di Marco, dal canto suo, non ci farà mancare le delizie storiche immerse nell’inchiostro della sua fine penna giornalistica, parlandoci dei favolosi anni ’60 di Honoré Bonnet, un signore francese cui il mondo dello sci deve dire grazie ancora oggi. Vi consiglio, altresì, di non perdervi le pillole tecniche dello staff di Giacomo Bisconti, così come tutti i segreti dei nuovi sci da tener d’occhio per la prossima stagione.
Che fame di neve e di sci!
Ad avvertirla di piu’ sono i seguaci del Circo bianco, ai box da marzo, ovvero gli sfegatati che finita la Coppa del mondo si listano a lutto e contano i giorni che mancano alla prossima, a differenza di chi vive la montagna in modo più platonico e meno aggressivo, scorazzando sulle piste sino alla chiusura degli impianti o calzando le pelli in una stagione da annali, che ha regalato gite indimenticabili sino a maggio inoltrato.
Anche noi di SCI siamo pronti ad accompagnarvi nella nuova stagione, seguendo le fenomenali imprese dei campioni ma, al tempo stesso, senza tradire il cliché che contraddistingue la nostra rivista, dedicata a un pubblico eterogeneo, accomunato da un amore per la montagna che l’abbraccia a 360 gradi.
Vi lascio sfogliare questo numero sperando che sia di vostro gradimento, senza anticiparvi nulla se non qualche pagina dedicata a una discesa speciale.
Quando sfoglierete le pagine di questo numero di Sci, saremo nel cuore delle grandi classiche del mese di gennaio, le gare più belle e spettacolari dell’intera stagione.