Rivista Sci – Dicembre 2018 – edizione digitale
In questo numero,
Tecnica: Impara dai Pro.
Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile
3,00€
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Tecnica: Impara dai Pro.
Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile
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Tecnica: Impara dai Pro.
Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile
Editoriale di Paolo De Chiesa
IL MESE DI DICEMBRE È STATO AVARO di neve, peggio di Arpagone. Solo la zona di Sestriere è stata risparmiata dalla catastro-fe siccitosa, beneficiando di due metri di coltre bianca, di questi tempi quantità da era glaciale. Girovagando per le alpi, non solo al seguito delle tappe italiane di Coppa del mondo, rassegna che ancora una volta ha fatto fare un figurone al Bel Paese con una sfilza di gare al top, ho avuto modo di apprez-zare sempre di più la santa neve artificiale, pardon, programmata, come pretendono la si chiami gli operatori del settore. Le piste erano uno spettacolo, quasi tutte aperte e perfettamente innevate per l’intera larghezza da un manto di 40 centimetri, puntualmente fresato e rinfrescato da qualche cannonata di rinforzo notturna.
Che fame di neve e di sci!
Ad avvertirla di piu’ sono i seguaci del Circo bianco, ai box da marzo, ovvero gli sfegatati che finita la Coppa del mondo si listano a lutto e contano i giorni che mancano alla prossima, a differenza di chi vive la montagna in modo più platonico e meno aggressivo, scorazzando sulle piste sino alla chiusura degli impianti o calzando le pelli in una stagione da annali, che ha regalato gite indimenticabili sino a maggio inoltrato.
Anche noi di SCI siamo pronti ad accompagnarvi nella nuova stagione, seguendo le fenomenali imprese dei campioni ma, al tempo stesso, senza tradire il cliché che contraddistingue la nostra rivista, dedicata a un pubblico eterogeneo, accomunato da un amore per la montagna che l’abbraccia a 360 gradi.
Vi lascio sfogliare questo numero sperando che sia di vostro gradimento, senza anticiparvi nulla se non qualche pagina dedicata a una discesa speciale.
Se l’estate ci dà tanto, l’inverno… chissà! Dopo un caldo fuori norma, abbiamo già gli occhi al cielo sperando che, quest’anno, dalle nostre parti, cada la stessa neve scesa nell’emisfero sud durante i mesi scorsi.
Sul primo numero di SCI, Enrico Maria Corno ha intervistato il colonnello Giuliacci, il meteorologo delle nostre case quando non si smanettava così compulsivamente sui computer, meno pessimista delle cassandre che vorrebbero farci dimenticare gli sci in soffitta.
Qualche spunto per prenotare una settimana bianca potrà essere colto sfogliando le pagine su Crans Montana, la famosa località turistica sopra la svizzera Sion, o su Pila, realtà sempre più all’avanguardia nel panorama del turismo invernale, raggiungibile sia in macchina, sia comodamente seduti in cabinovia, direttamente da Aosta.
Vi parlerò anche della stagione agonistica, azzardando qualche previsione e cercando di spiegare tecnicamente gli effetti collaterali dell’introduzione del nuovo sci da gigante, mentre Lucia Galli ha avvicinato il suo microfono a Federica Brignone, reduce da una stagione folgorante e, ovviamente, sotto i riflettori dei media.
Tranquilli! Non ci siamo dimenticati dei test che, in questo primo appuntamento con voi, cari lettori, verterà sul racecarving da gigante, ovvero uno sci mutuato dagli incipit strutturali dell’equivalente da gara, ma molto più malleabile e alla portata dello sciatore non agonista.
In questo numero, vi parleremo di olimpiadi, iniziando con gli approfondimenti di Lucia Galli, dedicati alle gesta delle atlete azzurre, ancora di salvezza della nostra spedizione in Corea, così come vi proporrò alcuni temi specifici che, per un motivo o per l’altro, hanno calamitato la mia attenzione. Massimo Di Marco, dal canto suo, non ci farà mancare le delizie storiche immerse nell’inchiostro della sua fine penna giornalistica, parlandoci dei favolosi anni ’60 di Honoré Bonnet, un signore francese cui il mondo dello sci deve dire grazie ancora oggi. Vi consiglio, altresì, di non perdervi le pillole tecniche dello staff di Giacomo Bisconti, così come tutti i segreti dei nuovi sci da tener d’occhio per la prossima stagione.
L’articolo di Massimo Di Marco che vi consiglio di non perdere su questo numero di Sci, sul duello a distanza tra la Vonn e Stenmark, sfida di cui si sta parlando molto negli ultimi tempi, mi dà lo spunto per dedicare a Ingemar l’editoriale.
L’inizio di una nuova avventura
Di Paolo De Chiesa
Mi accingo al PC mal celando a me stesso un po’ di emozione. La proposta dei nuovi editori mi ha colto come un fulmine a ciel sereno ma, inverno alle porte, eccomi qui, direttore della rinata rivista SCI, fondata dall’indimenticata Maria Grazia Marchelli quando ero bambino, entusiasta per l’ennesima avventura nel mondo che amo! Per me è un grande onore ricoprire il ruolo di direttore dello storico magazine nato con Maria Grazia, campionessa negli anni ’50 prima di diventare giornalista e imprenditrice. SCI è stata una pietra miliare di mezzo secolo di gare e storie di montagna, un rotocalco cui lo stile e l’eleganza non sono mai mancati, aspetti che mi auguro di privilegiare sempre, in ossequio ad un marchio di fabbrica che intendo mantenere e alimentare in ogni situazione, anche la più scomoda. In corso d’opera, sarà impresa ardua restaurare al volo vecchi cliché ma, sfogliando questo primo numero, noterete già alcune novità, spero gradevoli.
Declassata per ubicazione più che per contenuti, secondo linee editoriali che non ho mai condiviso in quel passato, la coppa del mondo riavrà da subito sul nuovo SCI l’attenzione dovutale, ovviamente filtrata attraverso tematiche che esulano dall’immediatezza dell’evento, visti i tempi di realizzazione di un periodico specializzato.
Il turismo rimarrà una colonna portante di SCI. Argomento trasversale, che piace e affascina chi ama la montagna, sarà affrontato sfruttando l’esperienza e il background di un costante impegno professionale e giornalistico affinato nel corso degli anni, magari in chiave più moderna e commisurata alle aspettative e alle pretese di coloro che oggi si rivolgono a noi per decidere dove andare o semplicemente per fantasticare luoghi e discese da sogno.
Anche il Freeride, altra mia grande passione coltivata sin da piccolo, quando si chiamava più semplicemente fuoripista, riempirà belle pagine di SCI, senza trascurare lo sci alpinismo non agonistico, una enclave di sensazioni ed emozioni che sta dirottando molti sciatori dallo sci tradizionale, così come i test dei materiali, sempre più sofisticati e performanti, tassello clou dello sci odierno o la tecnica, il più possibile fruibile e decodificabile in pista.
Ho collaborato per molti anni con SCI, dedicandomi all’agonismo e godendo di carta bianca per sviscerarne i tanti risvolti, soprattutto durante l’epopea delle grandi manifestazioni italiane, i mondiali di sci alpino di Bormio 2005 e le Olimpiadi di Torino 2006. Per me è come tornare a casa, una maison dove avrò ben altra responsabilità e dove inviterò voi, amici lettori, a condividere, discutere e criticare scelte e proposte, cercando di assecondare gusti e aspettative di chi vorrà leggerci: SCI vuole essere la vostra rivista: e questo non sarà un semplice slogan!
Quando sfoglierete le pagine di questo numero di Sci, saremo nel cuore delle grandi classiche del mese di gennaio, le gare più belle e spettacolari dell’intera stagione.