Rivista Sci
Novembre 2016
edizione digitale
3,00€
Related Products


Rivista Sci
Ottobre 2017
edizione digitale
Se l’estate ci dà tanto, l’inverno… chissà! Dopo un caldo fuori norma, abbiamo già gli occhi al cielo sperando che, quest’anno, dalle nostre parti, cada la stessa neve scesa nell’emisfero sud durante i mesi scorsi.
Sul primo numero di SCI, Enrico Maria Corno ha intervistato il colonnello Giuliacci, il meteorologo delle nostre case quando non si smanettava così compulsivamente sui computer, meno pessimista delle cassandre che vorrebbero farci dimenticare gli sci in soffitta.
Qualche spunto per prenotare una settimana bianca potrà essere colto sfogliando le pagine su Crans Montana, la famosa località turistica sopra la svizzera Sion, o su Pila, realtà sempre più all’avanguardia nel panorama del turismo invernale, raggiungibile sia in macchina, sia comodamente seduti in cabinovia, direttamente da Aosta.
Vi parlerò anche della stagione agonistica, azzardando qualche previsione e cercando di spiegare tecnicamente gli effetti collaterali dell’introduzione del nuovo sci da gigante, mentre Lucia Galli ha avvicinato il suo microfono a Federica Brignone, reduce da una stagione folgorante e, ovviamente, sotto i riflettori dei media.
Tranquilli! Non ci siamo dimenticati dei test che, in questo primo appuntamento con voi, cari lettori, verterà sul racecarving da gigante, ovvero uno sci mutuato dagli incipit strutturali dell’equivalente da gara, ma molto più malleabile e alla portata dello sciatore non agonista.


Rivista Sci
Ottobre 2018
edizione digitale
Che fame di neve e di sci!
Ad avvertirla di piu’ sono i seguaci del Circo bianco, ai box da marzo, ovvero gli sfegatati che finita la Coppa del mondo si listano a lutto e contano i giorni che mancano alla prossima, a differenza di chi vive la montagna in modo più platonico e meno aggressivo, scorazzando sulle piste sino alla chiusura degli impianti o calzando le pelli in una stagione da annali, che ha regalato gite indimenticabili sino a maggio inoltrato.
Anche noi di SCI siamo pronti ad accompagnarvi nella nuova stagione, seguendo le fenomenali imprese dei campioni ma, al tempo stesso, senza tradire il cliché che contraddistingue la nostra rivista, dedicata a un pubblico eterogeneo, accomunato da un amore per la montagna che l’abbraccia a 360 gradi.
Vi lascio sfogliare questo numero sperando che sia di vostro gradimento, senza anticiparvi nulla se non qualche pagina dedicata a una discesa speciale.


Rivista Sci
Dicembre 2018
edizione digitale
Rivista Sci – Dicembre 2018 – edizione digitale
In questo numero,
Tecnica: Impara dai Pro.
Viaggi: Svalbard.
Intervista: Marcel Hirscher.
Turismo: Guida alle località sciistica dell’Appennino, Pejo, Merano 2000, Gitschberg Jochtal, La Thuile


Rivista Sci
Febbraio / Marzo 2018
edizione digitale
In questo numero, vi parleremo di olimpiadi, iniziando con gli approfondimenti di Lucia Galli, dedicati alle gesta delle atlete azzurre, ancora di salvezza della nostra spedizione in Corea, così come vi proporrò alcuni temi specifici che, per un motivo o per l’altro, hanno calamitato la mia attenzione. Massimo Di Marco, dal canto suo, non ci farà mancare le delizie storiche immerse nell’inchiostro della sua fine penna giornalistica, parlandoci dei favolosi anni ’60 di Honoré Bonnet, un signore francese cui il mondo dello sci deve dire grazie ancora oggi. Vi consiglio, altresì, di non perdervi le pillole tecniche dello staff di Giacomo Bisconti, così come tutti i segreti dei nuovi sci da tener d’occhio per la prossima stagione.

Rivista Sci
Primavera 2016
edizione digitale
La neve più bella dell’anno
Mi ha fatto veramente piacere che ci abbiate riscoperto in tanti e vi ringrazio. Numero dopo numero, siamo giunti all’ultimo di una stagione che ci ha fatto sospirare la neve, fino quasi a primavera, per fortuna assai generosa di precipitazioni, sorta di senso di colpa meteorologico per lo stillicidio di aspettative e illusioni patite troppo a lungo da noi appassionati. E allora, ascoltate il mio consiglio e approfittate di questa voglia repressa di sci: scatenatevi e toccate con mano, anzi direttamente con i vostri sci, quanto sia bello sciare in questa stagione, una gioia che molti sciatori, all’arrivo dei primi tepori, puntualmente si negano, smaniando per le prime, premature scampagnate al mare. La tintarella può attendere, adesso è tempo di godersi la neve più bella dell’anno!
Cosa troverete nelle prossime pagine? La Coppa del mondo, archiviata da meravigliose giornate di sole a St. Moritz, nonché una mia chiosa ad personam sui vari protagonisti del circo bianco, oltre al consueto appuntamento con l’intervista di Lucia Galli, questa volta rilasciatale da Federica Brignone, reduce da un inverno che le ha regalato trionfi e gioia di volare sulla neve. Lucia vi propone anche due chiacchiere di commiato con due azzurri che hanno deciso di lasciare le piste di coppa: Dada Merighetti e Max Blardone, entrambi saliti sul podio nella loro ultima stagione con un exploit da sogno! Vorrei ringraziare super Max per quanto ha saputo dare allo sci italiano nella sua lunga e onorata carriera e abbracciare forte Dada, costantemente bersagliata dagli infortuni: rompersi i legamenti di un ginocchio nella discesa di St. Moritz, il giorno del saluto finale, è stato l’ennesimo, inaccettabile sgarbo del destino! Dalla coppa alle discese in tutta libertà, cavalcando dorsi immacolati, come ci raccontano Giulia Monego, campionessa di free ride e Giuliano Bordoni, guida alpina: due facce della stessa medaglia, due modi diversi di interpretare e vivere il fuoripista. Come sempre, parleremo di turismo, colonna portante del nostro magazine, questa volta improntato ai mesi che verranno, offrendo spunti per una vacanza in montagna a chi desideri la neve anche d’estate, come ci suggeriscono lo straordinario scenario dell’Adamello o l’Australia.
SCI chiude i battenti qui, con la promessa di riaprirli il prossimo autunno mossi da inesauribile passione, la stessa che anima voi che avete voglia di sfogliarlo. Accanto ai test dei nuovi materiali, vi proporremo una serie di lezioni e consigli pratici per migliorare la vostra sciata, magari con un mio riferimento applicativo direttamente dalle ultime chicche di Coppa del mondo, bacino tecnico imprescindibile. Vorrei anche dedicare una rubrica al pilates specifico per lo sci, metodo di allenamento che trae ispirazione da antiche discipline orientali come lo yoga e il Do-In. Continuate a scrivermi sul nostro sito e sulla mia pagina Facebook, esprimendo i vostri pareri e le vostre critiche alla rivista. Come ho fatto quest’anno, ne farò tesoro…
E di questi miei primi passi da direttore di SCI? Sono soddisfatto, soprattutto per essere riuscito a trascrivere su queste pagine le emozioni che continuo a sentire e a provare per la montagna, vissuta a 360° insieme a voi. Non è presunzione, ma genuino orgoglio di uno staff già al campo base di un’ascensione meravigliosa, da condividere con voi che ci leggerete!

Rivista Sci
Dicembre 2015
edizione digitale
Il “brutto” della diretta
Quando appesi gli sci da gara al chiodo, nel 1986 (spero il più tardi possibile gli altri…), mi sarebbe piaciuto continuare a vivere nel mondo dello sci. Mi vennero in mente le parole di Aldo Giordani, famoso telecronista nell’epopea del basket italiano degli anni ’70 e papà di Claudia, la grande sciatrice milanese che conquistò la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Innsbruck, nel 1976: “ Un giorno, ti ritroverai il microfono dello sci in mano!”. Debuttai subito con Bruno Gattai, a Telemontecarlo, anche se, dopo quella stagione, lasciai la diretta per entrare nello staff di Pianeta Neve, una trasmissione innovativa che, ai tempi di Tomba, era considerata il fiore all’occhiello dell’emittente monegasca, ad onor del vero allora di proprietà di una ricchissima famiglia brasiliana. Fu una meravigliosa gavetta professionale che, dopo 6 anni, indusse il mitico Furio Focolari, cui sono eternamente riconoscente, a convocarmi in Rai nel momento di massimo fulgore dello sci italiano. Tomba e Compagnoni stravincevano e… la Rai sbancava gli ascolti! Imparai tantissimo da Furio, vate della celebrazione del successo italico che, con il suo marcato timbro romano, sull’onda dell’entusiasmo per le gesta di un campionissimo nato a Bologna, sdoganò lo sci, dalle Alpi al mare. Quindi, affiancai a lungo Carlo Gobbo, caro amico e compagno di tante avventure nell’etere sin dopo le Olimpiadi di Torino 2006, per poi lavorare con Davide Labate, messinese con lo sci nel sangue. Questo preambolo, per dirvi che da 23 anni commento tutte le gare, senza saltarne mezza, ogni volta salendo sugli sci di questi grandi campioni che, immancabilmente, mi regalano emozioni fantastiche. Ma non è sempre tutto oro quel che luccica. Ci sono anche momenti difficili da condividere con il pubblico in ascolto e le cuffie, un’ovatta ormai amica che ti isola e protegge mentre parli, diventano strumento claustrofobico: a volte vorrei fuggire da quella prigione! L’entusiasmo, l’eccitazione, finanche l’esaltazione innescate da virtuosismi inimmaginabili, improvvisamente possono spegnersi nel rovescio della medaglia dello sci, sport improntato alla velocità, paradigma che trascende la sicurezza blindata, per quanti sforzi siano stati fatti e si continuino a fare in tal senso. Se la telecronaca mi rinnova, moto perpetuo, l’illusione di calcare le piste di tutto il mondo, come se sugli sci di Paris o Kristoffersen ci fossi io, in una sorta di gioco virtuale che, senza soluzione di continuità, mi accompagna da quando smisi di essere protagonista diretto, ho sperimentato anche molta paura, indicibile tensione e fortissimo disagio. Cosa potevo dire quando lo svizzero Albrecht atterrò di schiena dopo un volo di 70 metri sull’ultimo salto della Streif di Kitzbhuel, nel 2009? Era in coma, immobile sul ghiaccio luccicante ed io, paralizzato dal terrore, dal dolore…. Ho citato Daniel, poi ripresosi miracolosamente, come esempio di tanti incidenti gravi vissuti in telecronaca, una tragica lista indelebilmente stampata nelle mia memoria che non intendo elencare. Vi basti sapere che, in quei frangenti, mi sono sempre pentito di aver scelto il mestiere che faccio. Vi ho raccontato per sommi capi la mia storia, stimolato dagli ultimi episodi successi in Coppa del mondo, di cui parlo in altro articolo agganciandomi ad imprese e cadute storiche. Tranquilli, la chiave di lettura sarà leggera e, spero, divertente, considerato il senno del poi, ovvero che Innerhofer, sciando a 145 km orari con un palo sulla schiena che avrebbe potuto infilzarlo come un passero o Hirscher, sfiorato da un drone che lo avrebbe asfaltato, sono entrambi… vivi e vegeti!

Rivista Sci
Novembre 2015
edizione digitale
L’inizio di una nuova avventura
Di Paolo De Chiesa
Mi accingo al PC mal celando a me stesso un po’ di emozione. La proposta dei nuovi editori mi ha colto come un fulmine a ciel sereno ma, inverno alle porte, eccomi qui, direttore della rinata rivista SCI, fondata dall’indimenticata Maria Grazia Marchelli quando ero bambino, entusiasta per l’ennesima avventura nel mondo che amo! Per me è un grande onore ricoprire il ruolo di direttore dello storico magazine nato con Maria Grazia, campionessa negli anni ’50 prima di diventare giornalista e imprenditrice. SCI è stata una pietra miliare di mezzo secolo di gare e storie di montagna, un rotocalco cui lo stile e l’eleganza non sono mai mancati, aspetti che mi auguro di privilegiare sempre, in ossequio ad un marchio di fabbrica che intendo mantenere e alimentare in ogni situazione, anche la più scomoda. In corso d’opera, sarà impresa ardua restaurare al volo vecchi cliché ma, sfogliando questo primo numero, noterete già alcune novità, spero gradevoli.
Declassata per ubicazione più che per contenuti, secondo linee editoriali che non ho mai condiviso in quel passato, la coppa del mondo riavrà da subito sul nuovo SCI l’attenzione dovutale, ovviamente filtrata attraverso tematiche che esulano dall’immediatezza dell’evento, visti i tempi di realizzazione di un periodico specializzato.
Il turismo rimarrà una colonna portante di SCI. Argomento trasversale, che piace e affascina chi ama la montagna, sarà affrontato sfruttando l’esperienza e il background di un costante impegno professionale e giornalistico affinato nel corso degli anni, magari in chiave più moderna e commisurata alle aspettative e alle pretese di coloro che oggi si rivolgono a noi per decidere dove andare o semplicemente per fantasticare luoghi e discese da sogno.
Anche il Freeride, altra mia grande passione coltivata sin da piccolo, quando si chiamava più semplicemente fuoripista, riempirà belle pagine di SCI, senza trascurare lo sci alpinismo non agonistico, una enclave di sensazioni ed emozioni che sta dirottando molti sciatori dallo sci tradizionale, così come i test dei materiali, sempre più sofisticati e performanti, tassello clou dello sci odierno o la tecnica, il più possibile fruibile e decodificabile in pista.
Ho collaborato per molti anni con SCI, dedicandomi all’agonismo e godendo di carta bianca per sviscerarne i tanti risvolti, soprattutto durante l’epopea delle grandi manifestazioni italiane, i mondiali di sci alpino di Bormio 2005 e le Olimpiadi di Torino 2006. Per me è come tornare a casa, una maison dove avrò ben altra responsabilità e dove inviterò voi, amici lettori, a condividere, discutere e criticare scelte e proposte, cercando di assecondare gusti e aspettative di chi vorrà leggerci: SCI vuole essere la vostra rivista: e questo non sarà un semplice slogan!


Rivista Sci
Dicembre 2017
edizione digitale
In ricordo di David
Non sarà una stagione come le altre… La tragedia di David Poisson ha colpito al cuore il nostro piccolo mondo, la grande famiglia dello sci. Il discesista francese, medaglia di bronzo ai mondiali di Schladming nel 2013, si è schiantato contro un albero durante una sessione di prove di discesa sulla pista canadese di Nakiska, il 13 novembre scorso.

Rivista Sci
Gennaio 2016
edizione digitale
Il “brutto” della diretta
Quando appesi gli sci da gara al chiodo, nel 1986 (spero il più tardi possibile gli altri…), mi sarebbe piaciuto continuare a vivere nel mondo dello sci. Mi vennero in mente le parole di Aldo Giordani, famoso telecronista nell’epopea del basket italiano degli anni ’70 e papà di Claudia, la grande sciatrice milanese che conquistò la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Innsbruck, nel 1976: “ Un giorno, ti ritroverai il microfono dello sci in mano!”. Debuttai subito con Bruno Gattai, a Telemontecarlo, anche se, dopo quella stagione, lasciai la diretta per entrare nello staff di Pianeta Neve, una trasmissione innovativa che, ai tempi di Tomba, era considerata il fiore all’occhiello dell’emittente monegasca, ad onor del vero allora di proprietà di una ricchissima famiglia brasiliana. Fu una meravigliosa gavetta professionale che, dopo 6 anni, indusse il mitico Furio Focolari, cui sono eternamente riconoscente, a convocarmi in Rai nel momento di massimo fulgore dello sci italiano. Tomba e Compagnoni stravincevano e… la Rai sbancava gli ascolti! Imparai tantissimo da Furio, vate della celebrazione del successo italico che, con il suo marcato timbro romano, sull’onda dell’entusiasmo per le gesta di un campionissimo nato a Bologna, sdoganò lo sci, dalle Alpi al mare. Quindi, affiancai a lungo Carlo Gobbo, caro amico e compagno di tante avventure nell’etere sin dopo le Olimpiadi di Torino 2006, per poi lavorare con Davide Labate, messinese con lo sci nel sangue. Questo preambolo, per dirvi che da 23 anni commento tutte le gare, senza saltarne mezza, ogni volta salendo sugli sci di questi grandi campioni che, immancabilmente, mi regalano emozioni fantastiche. Ma non è sempre tutto oro quel che luccica. Ci sono anche momenti difficili da condividere con il pubblico in ascolto e le cuffie, un’ovatta ormai amica che ti isola e protegge mentre parli, diventano strumento claustrofobico: a volte vorrei fuggire da quella prigione! L’entusiasmo, l’eccitazione, finanche l’esaltazione innescate da virtuosismi inimmaginabili, improvvisamente possono spegnersi nel rovescio della medaglia dello sci, sport improntato alla velocità, paradigma che trascende la sicurezza blindata, per quanti sforzi siano stati fatti e si continuino a fare in tal senso. Se la telecronaca mi rinnova, moto perpetuo, l’illusione di calcare le piste di tutto il mondo, come se sugli sci di Paris o Kristoffersen ci fossi io, in una sorta di gioco virtuale che, senza soluzione di continuità, mi accompagna da quando smisi di essere protagonista diretto, ho sperimentato anche molta paura, indicibile tensione e fortissimo disagio. Cosa potevo dire quando lo svizzero Albrecht atterrò di schiena dopo un volo di 70 metri sull’ultimo salto della Streif di Kitzbhuel, nel 2009? Era in coma, immobile sul ghiaccio luccicante ed io, paralizzato dal terrore, dal dolore…. Ho citato Daniel, poi ripresosi miracolosamente, come esempio di tanti incidenti gravi vissuti in telecronaca, una tragica lista indelebilmente stampata nelle mia memoria che non intendo elencare. Vi basti sapere che, in quei frangenti, mi sono sempre pentito di aver scelto il mestiere che faccio. Vi ho raccontato per sommi capi la mia storia, stimolato dagli ultimi episodi successi in Coppa del mondo, di cui parlo in altro articolo agganciandomi ad imprese e cadute storiche. Tranquilli, la chiave di lettura sarà leggera e, spero, divertente, considerato il senno del poi, ovvero che Innerhofer, sciando a 145 km orari con un palo sulla schiena che avrebbe potuto infilzarlo come un passero o Hirscher, sfiorato da un drone che lo avrebbe asfaltato, sono entrambi… vivi e vegeti!


Rivista Sci
Aprile 2018
edizione digitale
On line e in edicola il numero di aprile 2018 della Rivista Sci
L’articolo di Massimo Di Marco che vi consiglio di non perdere su questo numero di Sci, sul duello a distanza tra la Vonn e Stenmark, sfida di cui si sta parlando molto negli ultimi tempi, mi dà lo spunto per dedicare a Ingemar l’editoriale.